di Salvo Barbagallo
Ci stiamo abituando a tutto, anche alle cose più orribili, e tutto appare virtuale fin quando la realtà non ci precipita addosso direttamente. Così se il mondo (lo dicono i mass media) si allarma all’annuncio della Corea del Nord di aver testato una bomba all’idrogeno un’arma per difendersi contro gli Stati Uniti e gli altri suoi nemici, come ha minacciato il leader nordcoreano Kim-Jon-un, ecco che al computer si possono verificare le conseguenze di un ordigno nucleare sulla tua città. Come informa l’agenzia di stampa AdnKronos L’ordigno termonucleare fatto detonare dalla Corea del Nord ha evidentemente ispirato i creatori di un sito (nuclearsecrecy.com/nukemap/) che consente di simulare, in diverse città, gli effetti di una drammatica esplosione. Il test è a dir poco dettagliato. E’ possibile indicare a piacere i kilotoni dell’ordigno virtuale o, in alternativa, selezionare un ‘prodotto’ inserito in un menù apposito. Dopo aver cliccato, per analizzare gli effetti simulati si può far ricorso alla legenda che affianca l’immagine prodotta. Un test “didattico” o un gioco forse per esiliare nel ”virtuale”, lontano dal reale cioè, qualcosa che potrebbe veramente verificarsi?
Allora si può dare sfogo anche alla distrazione, pensando alla grandeur del premier Matteo Renzi che sarà sicuramente rimasto deluso del rinviato arrivo del “suo” prezioso Airbus 340-500 (il “Chigi One”, come è stato definito), atteso per ieri ma rimasto bloccato ad Abu Dhabi. Come pubblica il quotidiano La Stampa Bisognerà ancora attendere. Mentre si parla di elementi ancora da definire fra il lessor (cioè il vero proprietario dell’aeromobile) e il Governo Italiano che lo avrebbe preso soltanto in leasing. Ma pare che un aereo gestito attraverso questa procedura, non possa diventare “militare”, come sono tutti gli aerei da trasporto vip del Governo Italiano. Insomma, quell’aereo andrebbe comprato, non noleggiato…Il velivolo (ex Ethiad) ) ha già la nuova livrea militare italiana con la dicitura “Repubblica Italiana”, dipinta diverse settimane fa: l’aereo a quanto pare ha volato intorno ad Abu Dhabi ed a Dubai per l’addestramento dei piloti militari e doveva arrivare in Italia ieri pomeriggio. Così non è stato e Matteo Renzi, per il momento e per i suoi viaggi, dovrà accontentarsi dei più modesti Falcon dell’Aeronautica militare.
Purtroppo non è tempo di distrazioni e i gravi accadimenti che costellano la quotidianità inducono a pensieri oscuri e spesso ad amare riflessioni. Ci stiamo abituando a tutto, le vittime delle guerre subdole le cui immagini vediamo scorrere sui televisori casalinghi sono soltanto numeri: anche se le stesse immagini fanno inorridire, danno, però, la sensazione dell’irreale. Quanto più lontane sono le stragi che si consumano, tanto più difficile è accettarle per quelle che sono: carneficine di esseri umani. Il mondo giustamente si raccapriccia per gli attentati jihadisti di Parigi del novembre scorso, ma non prova lo stesso sdegno per i settanta morti di 48 ore addietro nel centro di addestramento della polizia di Al-Jahfal a Zliten, nei pressi di Misurata in Libia, dove un camion imbottito di esplosivo ha compiuto la strage. Eppure la mano terrorista è la stessa, quella del Daesh/Isis, quella del Califfato nero che bussa ormai alla porta di casa nostra. I “nostri” morti e quelli degli “altri”: la scia di sangue ha lo stesso colore, non c’è differenza. Sono tutte vittime di aberrazioni di un potere che non ha ragione d’essere. Il terrorismo è vicino e pur tuttavia appare come una cosa estranea nella percezione collettiva, almeno in Sicilia. C’è una sorta d’indifferenza a vedere scorrere il quotidiano nelle città siciliane, e ci riferiamo alla gente comune poiché se dovessimo riferirci a chi governa la regione la questione assumerebbe aspetti ancora più allarmanti. Nei palazzi della Capitale siciliana dove si decidono le sorti del territorio e di chi lo abita si riscontrano soltanto beghe interne di basso profilo, nessuna tematica che vada oltre alla consueta routine politica fatta di contrasti perniciosi.
Eppure le carneficine jihadiste si verificano a poche centinaia di chilometri, i migranti/profughi continuano ad annegare nelle acque del Mediterraneo a poche miglia dalle coste siciliane, e tutto ciò viene sovrastato dall’indifferenza. Sembra proprio vero: ci stiamo abituando a tutto, ogni cosa è nella…”norma” del quotidiano…Forse quando il terrore ci toccherà direttamente ci si accorgerà che “qualcosa” in noi non ha funzionato.